Per mano, verso la parità di genere

CHI SIAMO

Per mano verso la parità di genere è il blog dell’associazione Apeiron ODV, impegnata dal 1996 a migliorare le condizioni di vita delle donne, in Nepal e in Italia. Sul nostro blog leggerai storie e racconti del nostro lavoro quotidiano.

Sul nostro sito puoi trovare tutto sui nostri progetti.

PARTECIPA

Ti interessa il nostro lavoro e vorresti dare una mano? Ecco come puoi fare:

Scrivi per noi
Diventa amico di Apeiron
Dona ad Apeiron

CONTATTACI

Apeiron ODV
Via Silvio Corbari, 175
47521 Cesena (FC)
info@apeironitalia.it
apeironitalia.it

The Power of Music | Miriam Makeba

Tempo di lettura
Scritto da
Pubblicato il
28 Marzo 2025

Dopo aver affrontato il tema dell’arte nel 2024 con la Rubrica “Avanguardia Donna” di cui trovate numerosi articoli nel nostro blog, nel corso del 2025 seguiremo una nuova Rubrica “The Power of the Music” all’interno della quale parleremo di donne che attraverso la musica hanno lottato per i diritti di tuttə!

Non solo intrattenimento ma anche mezzo di comunicazione sociale, attivismo e denuncia, la musica risuona nei nostri cuori aprendo la nostra mente in una speciale sinergia.

Questo mese incontriamo una musicista che con la sua musica ha lottato contro l’apartheid, le sue melodie hanno dato voce al dolore dell’esilio.
Miriam Makeba resta un esempio di resilienza e di talento artistico.

Buona lettura e… buon ascolto!
Emanuela Caccia

La storia di Miriam Makeba

La storia di Miriam Makeba (Mama Africa) inizia nella città di Johannesburg nel 1932. In Sud Africa era ancora in vigore l’apartheid, che limitava fortemente i diritti civili della popolazione di colore. Miriam odiava che la sua terra, la cosa più cara al mondo, fosse piagata dall’intolleranza e dalle discriminazioni: l’unica maniera che aveva per denunciare queste ingiustizie era attraverso la sua musica.

Prima con la sua band tutta femminile, le Skylarks, poi da sola, si dimostrò una cantante eccezionale oltre che una fiera oppositrice della politica del Sud Africa. Proprio per questo motivo, mentre si trovava all’estero per dei concerti, il governo le invalidò il passaporto, impedendole di poter ritornare nel suo paese.

Attivismo negli Stati Uniti

Miriam continuò il suo ruolo di attivista negli Stati Uniti, sostenendo il movimento delle pantere nere e testimoniando di fronte alle Nazioni Unite, chiedendo sanzioni economiche nei confronti del Sud Africa. Ritornò nel suo paese al termine dell’apartheid, nel 1990.

La sua popolarità internazionale si deve soprattutto al grande successo della canzone “Pata pata”, pubblicata nel 1957 ma che arrivò al dodicesimo posto delle classifiche americane dieci anni dopo, quando il disco fu pubblicato negli Stati Uniti.

Una nuova carriera internazionale

Miriam Makeba viene ricordata  in tutto il mondo, sia per la sua musica che per il suo impegno politico, la sua fama internazionale era iniziata nel 1959, quando la sua presenza in un documentario sull’apartheid – in Sudafrica era già nota come cantante di musica a metà tra il jazz e la tradizione – le guadagnò molta attenzione e l’invito alla Mostra del Cinema di Venezia.

Quando non poté tornare in Sudafrica andò a Londra e negli Stati Uniti, dove fu molto promossa dal cantante Harry Belafonte e iniziò la sua vera carriera internazionale, con concerti e dischi. Con Belafonte cantò tra l’altro alla festa di compleanno di John Kennedy del 1962. Per 15 anni visse poi in Guinea, di cui fu delegata all’assemblea delle Nazioni Unite.

Un profondo senso di speranza

Morì in Italia il 9 novembre 2008: si sentì male sul palco di Castel Volturno per una crisi cardiaca alla fine di un concerto contro la camorra e il razzismo e in ricordo di sei immigrati africani uccisi due mesi prima dalla camorra, e morì poco dopo in ospedale.

Nelson Mandela, Nobel per la Pace per la sua lotta contro l’apartheid, disse allora:
 «Giusto così, giusto che gli ultimi momenti di vita di Miriam siano passati sul palcoscenico. Le sue melodie hanno dato voce al dolore dell’esilio che provò per 31 lunghi anni, e allo stesso tempo, la sua musica effondeva un profondo senso di speranza».

Fonti
https://www.ilpost.it
https://www.radiobue.it

*

I commenti dovranno essere approvati prima della pubblicazione.

Condividi