È vero, ne abbiamo già parlato tanto ma continueremo a farlo, perché CASANepal è il nostro progetto faro e noi tutti di Apeiron ne siamo davvero orgogliosissimi.
Dalla sua inaugurazione nel 2007 sono stati tanti i progressi e gli obiettivi raggiunti e anche il 2019 è stata un’annata ricca di soddisfazioni.
Per chi non fosse famigliare con la missione di CASANepal, il suo obiettivo è quello di creare una seconda opportunità per le donne nepalesi vittime di violenza di genere, sole o accompagnate dai loro figli, offrendo loro un rifugio sicuro in cui possano sentirsi protette e che possano chiamare casa. Si tratta di un percorso olistico di riabilitazione che comprende servizi di assistenza medica, legale e psicologica che le accompagna dal momento in cui vengono prese in carica dagli operatori del centro fino al loro reinserimento all’interno della comunità, fornendo loro gli strumenti necessari per ottenere il riscatto sociale e l’indipendenza di cui hanno bisogno.
Se vuoi saperne di più, puoi consultare tutto il progetto sul nostro sito!
Chi sono le nostre ospiti?
Nel corso del 2019 a CASANepal sono state accolte 68 donne vittime di violenze di genere provenienti da tutto il paese e con esse 39 bambini. Queste donne, queste ragazze sono arrivate nella nostra struttura protetta grazie alle autorità governative, in particolare agli uffici preposti alla tutela delle donne, oppure riferite da altre associazioni locali o da altre case rifugio che non possono contare su di un approccio olistico ed un pacchetto di servizi di qualità’ alta come quelli forniti a CASANepal. Ognuna di queste donne porta con sé l’unicità della propria storia, del proprio background e della propria personalità, per questo motivo ognuno dei percorsi intrapresi a CASANepal è singolare e ha una durata che può variare da caso a caso. Facendo riferimento ai dati raccolti quest’anno, la durata media di permanenza delle ospiti è stata di 158 giorni, periodo in cui donne e bambini partecipano attivamente alla vita comune all’interno della casa e hanno accesso a diversi corsi educativi e di formazione.
Nonostante provengano da posti e circostanze differenti, ciò che accomuna queste ragazze, purtroppo, è l’aver subito tutte, indistintamente, un qualche tipo di violenza grave. Delle 68 donne ospitate durante il 2019, 27 di loro avevano subito violenze fisiche, 19 si trovavano a CASANepal per diniego di risorse e opportunità, 13 per essere state stuprate, 2 erano vittime di violenza sessuale, 4 sono state indotte a matrimoni forzati, mentre altre 3 avevano subito differenti tipi di violenza. Inoltre, 5 tra loro erano donne vittime di violenza con disabilità, di cui 3 con disagio psichico. Non è facile immaginare come tante persone con trascorsi così difficili possano condividere il loro vissuto e trovare le forze per costruirsi un nuovo inizio, ma è esattamente ciò che succede a CASANepal.
Le ragazze che entrano a far parte di questa grande famiglia sono spesso molto giovani, nel 2019 il 21% di loro aveva meno di 18 anni, mentre il 56% tra i 20 e 30 anni: l’età media delle ospiti è stata quindi di 23,5 anni. Il punto è che sono proprio le giovanissime ad essere le principali vittime di una società radicalmente attaccata a tradizioni patriarcali e in cui si crede che le donne abbiano il dovere di tollerare le violenze subite per il bene e l’armonia della famiglia.

Risultati ottenuti nel 2019
Come dicevamo, il percorso riabilitativo di CASANepal mira all’autonomia e al riscatto sociale delle sopravvissute, facendo leva sul lavoro di rete di numerosi operatori: psicologi, infermieri, avvocati ed insegnanti. Ognuno di queste figure contribuisce a questo obiettivo assicurando il supporto necessario a donne e bambini per superare le difficoltà che riscontrano nelle diverse sfere delle loro vite.
Innanzitutto, grazie ai servizi di protezione e assistenza erogati da CASANepal e dallo staff di Apeiron, è stato garantito l’accesso a cure medico-sanitarie a tutte le ospiti; nel 2019 sono stati 122 i casi trattati, di cui 77 donne e 45 bambini. Inoltre, è stato messo a disposizione un servizio di counselling gestito dalla nostra psicologa, che è stato usufruito per ben 142 colloqui personali. Per quanto riguarda i servizi di assistenza legale, invece, nel 2019 sono stati 22 i casi di donne accolte da CASANepal seguiti dagli avvocati partecipanti al progetto.
Anche nel 2019 tutte le donne hanno avuto la possibilità di accedere a nuove opportunità di formazione professionale e crescita personale in diversi ambiti. La struttura ha messo a disposizione corsi di alfabetizzazione o di educazione non formale, incontri settimanali di life skills e terapie occupazionali, ma anche lezioni di danza terapia e occasionalmente di yoga. Tra le ospiti, 55 di loro hanno seguito corsi di educazione non formale, 58 hanno scelto di partecipare ai laboratori di maglieria e gestione delle attività domestiche organizzati all’interno di CASANepal, mentre 28 si sono iscritte a corsi di formazione professionale in altre strutture convenzionate con la nostra casa rifugio, optando per diverse attività come cucina (5), gestione e cura della casa (6), educazione secondo il metodo Montessori (1), guardia di sicurezza (4) e sartoria (12).
La storia di Soni
La storia di Soni, una ventiduenne abbandonata dal ragazzo da cui aspettava un figlio, è solo una delle tante testimonianze del successo di questi programmi. Dopo aver subito il trauma della morte di suo figlio, Soni ha trovato consolazione in un percorso di consulenza psicologica. Ha raccolte le forze necessarie per andare avanti, decidendo di iniziare a lavorare ed essere indipendente. CASANepal l’ha supportata in questa decisione, fornendole lezioni di alfabetizzazione, lavoro a maglia e danza. Inoltre, grazie al corso di formazione professionale per diventare una guardia di sicurezza che ha seguito con grande interesse, Soni è riuscita a trovare ora un impiego come guardia di sicurezza all’Hayat Hotel, ha un buono stipendio e ha così avuto l’opportunità di trasferirsi in una stanza in affitto con una amica.
Non possiamo che essere infinitamente entusiasti nell’osservare tutte queste ragazze e donne lottare per rialzarsi in piedi, prendere in mano la propria vita e vederle costruirsi un futuro più sereno. E non può che essere una soddisfazione per noi, ma soprattutto per loro stesse, vedere riaccendersi nei loro occhi la luce di una nuova speranza.