Per mano, verso la parità di genere

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Per mano verso la parità di genere è il blog dell’associazione Apeiron ODV, impegnata dal 1996 a migliorare le condizioni di vita delle donne, in Nepal e in Italia. Sul nostro blog leggerai storie e racconti del nostro lavoro quotidiano.

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Micro-impresa femminile a Jumla: tre storie di libertà!

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Pubblicato il
28 Agosto 2025

Nel Distretto di Jumla, dove abbiamo lavorato per oltre 15 anni, come abbiamo raccontato negli ultimi due recenti articoli di Giugno e di Luglio, la vita quotidiana delle donne è spesso segnata da fatica, emarginazione e scarse opportunità.

Ma quando si accende una scintilla, quando qualcuno investe nella loro forza e competenza, tutto può cambiare.
È quello che è successo a Channarupa, Sarita e Nili: tre donne diverse, accomunate dalla partecipazione al progetto di micro-impresa rurale femminile promosso da Apeiron e 4S. 

Le loro storie raccontano, più di qualsiasi statistica, il valore trasformativo dell’iniziativa.
Buona lettura!

Channarupa: “Preferisco lavorare il doppio, ma decidere io”

Channarupa ha 48 anni, una famiglia numerosa e una forza di volontà che sorprende. Rimasta vedova da giovane, non ha mai avuto tempo per compatirsi:
“Avevo poco più di vent’anni quando sono rimasta sola con tre figli piccoli. Dovevo trovare il modo di sfamarli.”


Dopo anni di fatica nei campi, lo scorso anno si è unita al progetto come allevatrice di capre. Il successo ottenuto l’ha spinta a esplorare nuove strade. “Una mia amica mi ha raccontato di quanto avesse guadagnato coltivando fagioli. L’ho subito raggiunta per farmi spiegare tutto. Io non so leggere né scrivere, così ho chiesto a mia nuora di venire con me a prendere appunti.”

Con il ricavato della vendita dei capretti, Channa ha acquistato semi di qualità e ha piantato fagioli seguendo tutte le indicazioni ricevute.
È stata così intraprendente da essere selezionata per un corso di imprenditorialità.
“Ora ho un progetto: voglio produrre achar, i sottaceti piccanti della nostra tradizione. Userò la ricetta di mia madre, con l’olio di senape. Mia nuora mi aiuterà. Non è solo cibo, è una memoria di famiglia… e anche un’idea di impresa!”

Le compagne e lo staff la descrivono come una vera forza della natura, tanto che sta pensando di aprire un piccolo negozio di achar, per tenere viva una tradizione che nel villaggio rischia di scomparire.

Sarita: una leader inaspettata

“Sono rimasta sorpresa quando hanno iniziato a chiamarmi ‘leader’.” Così ci accoglie Sarita Budha, 45 anni, presidentessa del gruppo Salsale Vegetable Production Women’s Group. Con umiltà e determinazione, Sarita ha saputo trasformare le conoscenze acquisite nel progetto in competenze preziose, condividendole con le altre donne del villaggio.

“I corsi mi hanno aiutata a dare un nome a tecniche che avevo solo intuito. Ora so cosa faccio, e perché lo faccio.”

La sua vera passione è l’agricoltura biologica, che praticava già da autodidatta. Oggi, grazie al progetto, ha migliorato la qualità del raccolto e l’accesso al mercato.
“Quando guardo il mio campo pieno di verdure colorate, mi sento ricca. È come avere un tesoro davanti agli occhi.”

Anche suo marito, Dhan Bahadur, testimonia il cambiamento: “Il suo lavoro è diventato una fonte stabile di reddito. Ma, soprattutto, lei è diventata un modello per molte donne. La guardano con ammirazione.”

Nili: “Non crederete alla differenza”

Nili Kami ha 52 anni, viene dal villaggio di Luma ed è vedova. Appartiene a una casta considerata “bassa” e ha vissuto a lungo nella marginalità più dura: “Facevo agricoltura, sì… ma spesso non riuscivo nemmeno a mangiare ogni giorno.”

Entrata a far parte del gruppo Dhupirukh Bean Production Women’s Group, ha ricevuto formazione tecnica e semi migliorati.

Da donna pratica qual è, ha deciso di fare un esperimento nel suo campo: “Ho piantato metà con semi vecchi e metà con quelli nuovi, seguendo le indicazioni. Il risultato? Dai semi tradizionali ho ottenuto 20 kg di fagioli. Da quelli del progetto… ben 65 kg!”

Nili sorride, e per un momento dimentica tutta la fatica: “Ne ho venduti tanti e per un po’ posso stare tranquilla. È la prima volta che sento di potercela fare da sola.”

Tre voci diverse, una storia comune: dignità, autonomia e speranza

Le storie di Channarupa, Sarita e Nili raccontano molto più che un miglioramento economico.
Parlano di libertà, di riscatto, di sogni che tornano a farsi strada tra le zolle di terra e le mani segnate dal lavoro.

Grazie al progetto di micro-impresa rurale femminile, queste donne non sono solo diventate produttrici migliori.
Sono state ascoltate, rispettate, e — forse per la prima volta — padrone delle proprie scelte.
E questa, in un contesto come quello di Jumla dove essere donna significa ancora lottare per ogni diritto, è già una vera rivoluzione.

Un progetto possibile GRAZIE al supporto di molti!

La realizzazione di questo progetto ed il raggiungimento di grandi risultati per oltre 2.5000 famiglie sono stati possibili solo GRAZIE al prezioso supporto di tante persone ed enti, che nel corso degli anni hanno deciso di sostenerlo.

In particolare vogliamo ringraziare un prezioso donatore privato che ha creduto in questo progetto fin dal suo esordio contribuendo annualmente con un’importante somma.
Vogliamo inoltre ricordare, e portare a loro i nostri grazie, anche i numerosi enti ed associazioni che ci hanno accompagnato nel tempo: Apeiron Trento Onlus (che ha sostenuto il progetto attraverso i fondi ricevuti dalla Provincia Autonoma di Trento e dalla Regione Trentino Alto Adige), l’azienda Everest Ascensori Montacarichi, la Fondazione San Zeno, il Fondo di Beneficenza Intesa Sanpaolo, l’associazione Il nodo infinito Onlus, e l’Otto per Mille della Chiesa Valdese.

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